Giò Auletta

Giò Auletta



About The Artist


La pittura materica di Giò Auletta (da www.gio-auletta.it) Gio Auletta è un pittore dalla formazione e dal metodo di lavoro estremamente interessanti, che ha raggiunto risultati artistici di ottimo livello, espressione di una profonda dedizione all’attività creativa. Ha esposto in Italia e all’estero, e tratta il colore in modo denso e sgargiante. La radice viene prima del messaggio stesso, e prima del “mezzo” attraverso il quale il messaggio giunge al destinatario. La radice è rappresentata dai soliti, ripetuti, inflazionati e sempre attuali “segni”, che giungono prepotentemente e silenziosamente ai meandri più antichi delle nostre menti. I segni dei primi abitanti della nostra sconosciuta terra. Tutto per me gira, appunto, intorno ad alcuni significativi segni, proposti all’infinito. Niente, quindi, può ispirare tanto prepotentemente l’uomo del XXI secolo, quanto lo studio e la rivalutazione dei “segni”che lo circondano. Inevitabilmente l’intreccio e il coinvolgimento di figure geometriche bi- e tri-dimensionali, inserite all’interno di scenari di apparentemente facile lettura, o, al contrario, volutamente indecifrabili, spinge alla facile conclusione di un’ostentazione metafisica di messaggi sempre nuovi, comunque intrisi di uno strisciante comun denominatore tematico. Molto onore e immensa gratitudine potrei ricevere da un auspicabile parallelismo estetico delle mie opere con le grandi libertà raggiunte dai traguardi dell’espressionismo. Senza dubbio, anche nelle mie opere, si va molto oltre il dichiarato tratto esteriore del messaggio in esse racchiuso. Le mie opere nascono sempre e solo per un suggerimento scaturente dalla tela.Nessun obiettivo precostituito, e nessuna appartenenza culturale a questa o altra corrente possono alimentare l’energia con la quale un’opera materica finisce col prendere vita. Per quanto si rimanga quotidianamente stupiti dei progressi della scienza, dell’elettronica e della parziale futile inondazione di scoperte utili solo alle lobby internazionali di spazzatura, spacciata spesso per indispensabile “progresso tecnologico”, ritengo che si debba (come per le opere astratte) guardare le cose un tantino oltre..........quindi, il massimo della civiltà e della pura fonte del sapere deve cogliersi proprio nell’età primitiva delle scoperte, delle civiltà e delle origini del tutto. Non solo è giusto e opportuno porre al centro della vita dell’uomo i suoi retaggi primordiali, ma, ritengo io, anche obbligatorio. Un veloce, confuso e insignificante cammino, che non preveda tappe di riflessione e di assimilazione del prima e del dopo, danneggia tutto quanto, nei millenni, l’uomo sin qui ritenuto “primitivo” ha sapientemente capitalizzato. La rievocazione di un linguaggio primitivo, come risposta dello scellerato avanzare verso un imprudente ignoto. Venite a trovarmi su www.gio-auletta.it