Sobre el Artista
Note biografiche
FRANCESCO MURLO
Francesco Murlo nato a Corato (Ba), vive ed opera a Collegno (To)
Esordisce alla fine degli anni settanta, con mostre collettive e concorsi nazionali ottenendo premi e riconoscimenti.
Arricchisce le sue conoscenze artistiche frequentando i corsi del Maestro Giuseppe Grosso.
Il debutto con la sua prima personale nel 1996 a Saint Vincent (Ao) al Salone delle Feste, da allora ha al suo attivo numerose mostre personali, collettive e rassegne d’arte nazionali ed internazionali.
Ha esposto alle mostre della Promotrice delle Belle Arti di Torino, Sala delle Arti Collegno, Piemonte Artistico Torino, Biblioteca Nazionale Torino, Torre dei Signori Aosta, Museo della città Collegno, Chiesa S. Agostino Carmagnola, Paratissima Torino, Galleria Arte Città Amica, Palazzo del parco Diano Marina, Saluzzo Arte, Chiostro dell’ Annunziata Torino, Galleria Carletti Alassio, Sala Mostre Regione Piemonte, Biennale di Venezia Padiglione Italia Palazzo Nervi Torino, curata da Vittorio Sgarbi, La Giardinera Settimo torinese, Palazzo Salmatoris Cherasco, Palazzo Lomellini Carmagnola ecc.
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Il filo conduttore della sua pittura è il mondo della figurazione.
Hanno scritto di lui: F. Esposito, C. Passerella, E. Papa, D. Marasà, A: Olivieri, L. Pongan, P. Maschera, D. Tacchino, G.G. Massara, A. Mistrangelo, G. Schialvino.
Francesco Murlo
Cell: 328/1635596 - 335/8305366 E- mail francesomurlo_art@alice.it
MOSTRE PERSONALI DAL 2010
2016 Chiesa S. Gregorio Cherasco
2015 Citt’Arte Chiesa S. Rocco
2015 Chiostro dell’ Annunziata Torino
2013 Citt’Arte Carmagnola Chiesa S: Agostino
2013 Galleria Arte Città Amica Torino
2012 Piemonte Artistico Mini personale
2011 La Giardinera Settimo T.se
2010 Saluzzo Arte Rassegna d’ arte contemporanea
2010 Vico Vietta Ceriale
2010 Chiostro dell’ Annunziata Torino
2010 Sala Carletti Alassio
2010 Palazzo del parco Diano Marina
MOSTRE COLLETTIVE/ FIERE/RASSEGNE PIU’ SIGNIFICATIVE
2016 Palazzo Lomellini Carmagnola collettiva a cura di A. Mistrangelo
2016 Galleria Città Arte Amica Sala Congressi Regione Piemonte collettiva.
2015 Sala mostre Regione Piemonte collettiva Vanchigliesi per la Sindone
2015 Sala Convegni Regione Piemonte collettiva Arte Città Amica
2015 Palazzo Jacopo Varazze collettiva
2015 Mausoleo Bela Rosin Torino collettiva
2014 Concorso e collettiva Palazzo Salmatoris Cherasco
2014 Paratissima Palazzo Nervi Torino esposizione internazionale
2014 Collettiva Circolo degli artisti Torino
2014 Galleria Vidal Venezia 63° fiera del quadro collettiva
2014 Sala Mostre Regione Piemonte collettiva a cura di A. Mistrangelo
2013 Mostra mercato Bologna
2013 Galleria Città Arte Amica collettiva
2013 Collettiva premio Olgiate Lecco
2013 Premio di pittura Cesare Pavese S. Stefano Belbo
2013 Collettiva Turincity Torino
2013 Paratissima Torino Lingotto fiere collettiva
2012 Paratissima Torino Lingotto fiere collettiva
2012 Collettiva Fiera del libro Lingotto fiere
2012 Collettive Galleria Arte Città Amica
2012 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia Torino sala Nervi a cura di Vittorio
Sgarbi.
2012 Collettiva Reggia di Venaria HOP art in the city
2012 Arte sotto i portici Bologna
2012 Mostra mercato Bardolino del Garda
2012 Musei Civici Villa Paolina Bonaparte collettiva internazionale Art Project
2011 Concorso e collettiva Regione Piemonte 150° Unità d’ Italia
2011 Rassegna e concorso Premio Donnaz (Ao)
2010 Premio Città di Alba e collettiva
2010 Premio Nazionale e collettiva Santhià
2010 Villa Usignolo Sarezzo collettiva e concorso
2010 Casa Cesare Pavese S. Stefano Belbo rassegna d’Arte
2010 Palazzo Jacopo Varazze Collettiva
2010 Rassegna Nazionale d’ Arte Giussano (Mi
2010 Stand in “Saluzzo Arte”
2010 Premio Donnas (Ao)
2010 Concorso internazionale e collettiva Castelfranco Veneto
2010 Esposizione Promotrice Belle Arti di Torino vari anni
2010 Mostra mercato Bologna
2010 Mostra mercato Bardolino sul Garda
2010 Concorso Premio Agazzi Mapello, Bergamo
2010 Premio cioccolato’ Collegno
Hanno scritto di lui: F. Esposito, E. Papa, A. Olivieri, G. G. Massara, D. Marasà.
L. Pongan, M. centini, D. Tacchino, A. Mistrangelo, G. Schialvino.
FRANCESCO MURLO
Impressioni di luce
Nei quadri di Francesco Murlo c’è armonia. Che sia quella dei tronchi albini di betulle o grigi dei faggi nel bosco, delle canne su un greto di fosso, dei riflessi dell’iride sui vapori della nebbia sospesi nella penombra, delle onde di una rada coi raggi di sole a barbaglio, nulla cambia: quando li guardi la mente si posa tranquilla, insieme allo sguardo, sui volumi e le campiture che concorrono a definire l’equilibrio. In questo ambito i ritmi possono variare, in funzione del soggetto, del momento, dell’atmosfera, dell’umore, dell’ambiente; e la pennellata decide quando essere fluida, scorrevole, modulata, e quando vibrare forte, a timpano, gong addirittura in un crescendo di sensazioni, di sapori, di spezie. In sonorità astutamente controllate, che mai tradiscono la finzione, tanto la maniera del verosimile è stata assimilata dall’artista, attore ormai smagato che spesso lascia cadere l’ammicco opportuno, calibrando il giusto peso degli ingredienti di una formula conquistata e collaudata, diventata sicura.
Murlo fonda le ragioni del proprio produrre in un privato emotivo ed immaginativo che travasa in sensi panici le motivazioni di una viscerale indagine sulla natura, nei termini prossimi di una ricerca che, agli inizi del suo percorso artistico, si appoggiava all’esperienza del suo maestro, Giuseppe Grosso. Il suo modus operandi si basa sulla cieca fiducia nella costruzione di un personale universo di luminosità cromatica, che esalta con la piena partecipazione dei sensi il mezzo principe e archetipo del “fare pittura”. Il risultato di questa paziente alchimia, di ansia d’identità, di immaginario e vissuto, di pratica artigiana e di attivismo inventivo, è un’immagine assolutamente pittorica, una musica che permea i sensi, l’immersione nella luce della tavolozza. Il concerto dei gialli dorati profuma di prato e di bosco, l’azzurro in cui danzano le onde sa di salmastro, la nebbia invischia i rami in pungenti umidori, i lampioni stillano rugiada e brillano neve. Non sono simbolismi gratuiti, ma emozioni vissute e riproposte con la capacità evocativa di sensazioni impulsive, nell’affascinante alternanza, esaltante e macerante, di emotività contingenti, nell’interrogativo inesauribile della vita.
La strada conduce alla costruzione plastica di una emozione visiva. Carpire alla natura i segreti dell’essenza e della perfezione formale, nella compiutezza della grazia e dell’incantesimo delle cose, guardando il mondo con gli occhi di chi sa staccare l’apparenza dalla temporalità, per dipingerla destreggiandosi nel labirinto delle regole dell’esercizio tecnico, sulle tracce delle forme e delle somiglianze, in un gioco che altalena l’imitazione e l’invenzione. Nella ricerca della solitudine, di una calma che non prelude alla ripresa del vigore, ma si crogiola in un rasserenante silenzio. È forse questo ciò che caratterizza la pittura di Murlo: l’assenza dei rumori. Non dei suoni, ché questi si sentono: quello delle onde sul bagnasciuga, delle foglie ingiallite che cadono, addirittura della neve quando scende, e sono musica, sussurri, fragranze di brezza, brusio di sagrato. Di qui emerge evidente la scelta della luce limpida, del colore che illumina, del sole. Degli sfondi combinati con l’aria, le ombre coi segreti, i toni col respiro, i lumi coi sospetti, la luce col sole della lealtà. Ponendo un velo di melanconia all’esplosione della gioia ed un soffio di speranza alla tristezza dell’angoscia, trasportando gli oggetti oltre quella soglia dove l’esperienza si turba e la coscienza cede.
Non sono scelte casuali. Riflettono un carattere, un modo di guardare alle cose che non si limita alla pittura ma concorre a definire una scelta di vita: la rinuncia alla temporanea facilità che può presentare l’occasione a favore della concretezza pur nella difficoltà, e la costanza nel desiderio della perfezione (nel campo ben definito della tradizione, esaltandola con due caratteristiche che la rendono ancora attuale e protagonista: la pulizia del colore e la qualità della stesura pittorica), a discapito della sperimentazione azzardata, che ha di fronte l’ignoto e che alle spalle lascia il vuoto. Senza rimpianti, senza angoscia, in una flagranza di sentimenti che è nata ed avrà compimento in tempi lunghi di lettura e di meditazione, sfidando le mode e la loro fluttuante inconsistenza.
Potrebbe essere la reazione alle false lusinghe della modernità, l’ammicco ai rimandi dei maestri, il fascino dell’ovvietà del quotidiano.
O il recupero del mestiere, l’orgoglio dell’esaltazione dei valori, la coscienza della sacralità della poetica dell’immagine.
Gianfranco Schialvino