Maria Conserva

Maria Conserva



Sobre el Artista


Stralcio testi critici copia sintetica. Maria Conserva Testo critico di Francesca Zaltieri, Vicepresidente della Provincia con deleghe al Lavoro, alla Cultura e alle Identità dei Territori, Mostra Personale, Casa del Mantegna, Mantova 2016. Il sentimento della Pittura- Stralcio- …Maria Conserva concilia, infatti, la tradizione della figurazione italiana con soggetti innovativi e con un’affabulante trama di spaesamenti onirici. E si può ben essere d’accordo con Vittorio Sgarbi quando afferma che c’è in lei una meditata riflessione sulla lezione storica del Post-Impressionismo. Le sue opere, che parlano dell’attualità ritrovata della pittura, ci presentano infatti immagini che ci proiettano oltre le barriere della percezione, per offrirci la struttura profonda del suo essere. Si apre per noi un enigmatico universo femminile che ci porta al cospetto di magiche figurazioni: riflessioni cromatiche che rispecchiano la sua soluzione alla condanna dell’alienazione della società capitalista, all’emozione per lo smarrimento dei valori. Con questa pittrice tecnicamente virtuosa, Mantova si confronta con le eccellenze estetiche della contemporaneità. Tratto dal Catalogo d’Arte “Viaggio nella Vita”, pag. 3 - Edizione Casa del Mantegna, 2016. Testi critici di Giammarco Puntelli- Stralci- Presentazione e testo- Mostra personale, Casa del Mantegna, Mantova 8-31 gennaio 2016 – Mi L'arte di Maria Conserva è un viaggio nella vita , è un lavoro che merita attenzione, riflessione, lettura su più livelli. È questa una chiave possibile per entrare nel libro delle storie di un maestro ormai riconosciuto come Conserva, un maestro che promette e mantiene quella cultura e quella filosofia che sembrano lontane dalla maggior parte della proposta contemporanea nelle tecniche pittoriche. Come i maestri del passato si è incamminata su diversi sentieri, affrontando felicemente la scommessa creativa e tecnica di provare la sua capacità del colore e di quel segno non utilizzato come disegno ma come manifestazione della forma, sia nella figurazione come nella ricerca geometrica, attraverso una metafisica cercata e risolta nella presenza degli oggetti che trovano ragione solo dopo una disposizione che risenta di una prospettiva moderna e non ortodossa, seguendo quelle illuminazioni sullo studio della percezione aperti da Cézanne all'alba di un'arte che continuiamo a definire contemporanea. La ricchezza dei temi non le fa perdere un'identità precisa espressa nella semplicità della rappresentazione coniugata alla complessità del simbolo attraverso l'atmosfera del colore come tono di vita e luce di emozione. E dalle forme geometriche passiamo alle cosiddette nature morte per arrivare a quelle figure femminili delle quali Conserva recupera e indaga l'anima in quella leggerezza dell'essere che è forza nella presenza e nel sentimento. La sua figurazione diventa racconto dello spirito e cronaca emotiva di quel viaggio della vita che è un suo argomento vicino al racconto filosofico di approfondimento. Con piacere ho curato una mostra che ha il sapore di quella pittura che ci racconta la storia dell'arte per annunciare una nuova visione nella quale pittura appunto, filosofia e lettere recuperano il senso profondo e complesso della vita dell'uomo. Tratto dal Catalogo d’Arte “Viaggio nella Vita”, pag. 4. Edizione Casa del Mantegna, 2016. Presentazione e testo critico , Mostra Personale, Museo di Arte e Scienze, Milano,Giugno 2015. “Il veliero come metafora di un viaggio intellettuale, spirituale, di vita. Studiosa dell'arte moderna, apprende dalla lezione di Paul Cézanne la necessità di ricercare oltre. Se il tema e l'approccio ci esprimono chiaramente una pittura colta, occorre soffermarsi sulla tecnica. La grande capacità nell'uso del colore che permette a Conserva una narrativa sull'essenza, è una sua caratteristica precisa. l blu, i rossi, quasi riflessi da fondi di bottiglia in una magica isola, trasformano ogni suo lavoro in un racconto dell'anima e della mente. La sua figurazione, studiata e attenta, si muove in teatri che non risentono dei limiti della geografia o del tempo ma della libertà e della magia del palpito di un attimo che smette di essere tale per diventare arte. Tratto da Enciclopedia d’Arte n. 4 – 2015, pag. 153. Presentazione e Testo critico Mostra Galleria Pietrasanta (Lu), Luglio 2015. “Il pensiero entra nell'arte. E l'arte lo rappresenta. Il veliero intitolato“Io Capitano dell’anima mia” di Maria CONSERVA è un'opera il cui senso di "opera contemporanea" è chiaro e palese… e trasuda la drammatica azione di chi solca mari nuovi. Per fare ciò occorre essere visionari, leader, poeti nell'animo. Ed è in questo modo che Maria Conserva entra nella cronaca di questi anni. Con un quadro il cui spessore è evidente, il cui tema è assoluto… Se il viaggio è da sempre una metafora della vita, quei velieri ne costituiscono l'essenza dello spirito e, in pochi tratti, il perdersi nel mondo auspicato da poeti e scrittori. Ecco perché quelle immagini rappresentano il mistero della vita anche a livello collettivo, di un genere umano che ormai tende ad omologarsi nelle rotte e nei naufragi. Questo quadro rappresenta quel fatto politico e filosofico che il mondo non dimentica. I rossi liquidamente trascolorano come sul volto e sulle ferite di uomini giusti, la barca segue mari sconosciuti per raggiungere una meta di pace e libertà.Il viaggio è lungo e difficile perché lungo è il cammino verso la libertà.Quel veliero è la sintesi del manifesto onesto, sapiente e illuminato di un uomo come Nelson Mandela, che ha dato voce ai desideri di collettività e alla sete di libertà di un mondo diventato sempre meno libero.E tutto questo lo poteva fare solo un uomo, un uomo capitano della propria anima. Tratto da “Le scelte di Puntelli”, 2015 pag. 86 – Editoriale Giorgio Mondadori. Testo critico di Carlos Soarez Sassu(figlio del Maestro d’arte Aligi Sassu), Artisti Contemporanei in Dialogo con ALIGI SASSU, Besana in Brianza (MB), Villa Filippini, Sale Espositive, settembre 2015. Nelle opere di Maria Conserva il colore diventa liquido protagonista di ambienti e temi in primo piano. Sia nella figurazione, sia nei velieri, sia in altri temi, l’artista sa rendere il colore, a tratti dato con estrema delicatezza e capacità, il vero protagonista razionale ed emozionale dell'opera. Per il Maestro Sassu il colore era matrice di forma e della pittura stessa, è felice di passare dalla ceramica e di nuovo da quel colore prima di affrontare il bronzo. Il dialogo è chiaro e limpido: il colore disegna e gestisce la forma, la struttura della rappresentazione e il movimento. Ci piace pensare che quei romantici velieri di Conserva possano navigare nelle isole che hanno influenzanzato l'arte e la ricerca di Aligi Sassu, un punto di incontro nel diverso approccio all'arte. (G.E) Tratto da “Artisti Contemporanei in dialogo con Aligi Sassu”. 2015. Pag 40. Edizioni G R Besana Brianza. Testi critici di Giulia Sillato, storico dell’arte e critico d’arte e Giammarco Puntelli, critico d’arte, Mostra L’Arte e il Tempo, Palazzo dei Giureconsulti, Milano, EXPO Milano, Giugno 2015. “Scrittrice e artista, nutre un particolare trasporto per l’arte pittorica sin da tenera età. Negli anni manifesterà interessi tali da farla conoscere come una donna di grande cultura capace di rileggere con estrema attenzione la storia dell’arte moderna e contemporanea e cercare di entrarvi, peraltro con successo, grazie ad una sensibilità per tematiche legate all’onirismo… Con semplicità di esecuzione e poesia di contenuto tutto questo accade, poiché tecniche, figure e colori impiegati parlano un linguaggio sapiente e universale. Molti sono i premi nazionali e internazionali. Espone in sedi museali, in siti di grande prestigio pubblico e privato in Italia e all’estero. Tra i numerosi e qualificati riferimenti bibliografici si cita il Catalogo dell’Arte Moderna dell’Editoriale Giorgio Mondadori “ Tratto da l’Arte e il Tempo Expo in città, pag. 173. Editoriale Giorgio Mondadori 2015. Testo critico di Giulia Sillato, storico e critico d’arte, Mostra L’Arte e il Tempo,Padiglione Ovest di Expo Gate,Piramide della triennale, piazza Castello Sforzesco, EXPO MILANO, Agosto 2015. “Maria Conserva che congela in forme immote e statuarie il gruppo plastico de La ragione dormiente( olio su tela 100 per 80)quasi affresco giottesco, e comunque volutamente ignara in quest’opera dei processi di dissoluzione formale della contemporaneità”. L‘opera nello Spazio Sforza della Triennale di Milano è collocata sotto l’icona in bianco e nero di Giotto di Bondone. Stralcio da L’Arte e il Tempo, EXPO GATE, pag. 14. Editoriale Giorgio Mondadori, agosto 2015 Testo critico di Vittorio Sgarbi, Mostra Personale “Il Viaggio” Miniaci Art Gallery, Milano, Giugno 2006. “ …non c’è dubbio che il percorso finora da lei affrontato possieda caratteri distintivi che sono oggettivamente riscontrabili, determinati prevalentemente dal confronto che l’artista stabilisce fra il proprio ego e la storia dell’arte, in particolare con quella moderna. C’è un obiettivo di partenza che identificherei nella meditazione e nell’acquisizione della lezione storica del Post-Impressionismo, interpretata evidentemente come base imprescindibile del linguaggio artistico moderno. Tratto dal Catalogo d’Arte “Il Viaggio”, pag. 6. - Litografia Viscardi, Alessandria, Giugno 2006 Testo di presentazione di Maria Conserva a cura del prof. Vittorio Sgarbi presso la galleria Miniaci Art Gallery via Brera 3 Milano del 06/06/2006 …io sono pronto a scrivere alcune cose che attestano che il percorso è partito, è quando uno non parte che l’opera non c’è, se uno comincia a muoversi si può discutere poi sugli esiti ma intanto c’è un movimento che rappresenta la ricerca e il pensiero dell’arte che è fondamentale per chi dipinge, non si dipinge soltanto con le mani, si dipinge con la testa evidentemente e quindi un pensiero e un movimento io li ho avvertiti e ho ritenuto di fare questa presentazione augurale…. Allora questa considerazione di quadro generale serve per dire che è singolare che il mio primo intervento pubblico, anche se in una galleria privata a Milano, sia per una pittrice, tanto più per una giovane pittrice pressoché esordiente, di cui non direi che essa rappresenta tutto quello che io credo sia possibile fare per la pittura figurativa, ma rappresenta un pensiero che si muove, rappresenta una ricerca, rappresenta un desiderio e una necessità, rappresenta, per quello che evidentemente lei sente nella sua opera, nelle nature morte, nei paesaggi nelle ricerche sperimentali, qualche cosa che è profondamente implicato, che la implica, che la coinvolge, che non è decorazione e naturalmente la porta a fare delle ricerche che come la pittura chiede sono legate alla mente cioè sono pensieri. La pittura non è soltanto pittura quello è l’imbianchino, che viene chiamato il pittore (viene a casa il pittore), invece il pittore è chi pensa la pittura, che ha un pensiero da cui deriva l’immagine e in questo pensiero implica una propria visione del mondo… Per cui questa esperienza in particolare l’opera della Conserva nella sua delicatezza nella sua timidezza anche, nella sua volontà come si vede in alcune sue opere che io non conoscevo e che ho visto oggi di sperimentare per uscire dal clichè della pittura figurativa di genere come il paesaggio e la natura morta, quella che vediamo nel piano inferiore, sono il segnale di una volontà di comunicare un pensiero attraverso il metodo tradizionale della pittura, cosa che dobbiamo riconoscere lecita, che non dobbiamo pensare che ci debba essere impedita, che alcuni ritengano che non si possa più seguire perché appunto superata ma che invece io continuo a pensare che superata non sia… Questa pittura vuole aprire un dialogo con tutti e cercare di far sapere il pensiero che la Conserva nel suo mirabile soggiorno pugliese fra Ostuni e Carovigno, in queste dimensioni di luce che si intravedono anche nei suoi dipinti, sente e prova per noi e le comunica portandole qui a Milano. Grazie.