Cesare Pinotti

Cesare Pinotti



About The Artist


Sono nato una fredda mattina, così mi è stato riferito, del 1956 alle 13 in punto del 5 Novembre. Della mia infanzia ricordo tutto ma in modo particolare il periodo adolescenziale quando, episodi, situazioni, sensazioni, portano a fare scelte che poi condizionano il resto della vita. Ricordo infatti che, alla fine delle scuole medie, dovendo scegliere l’indirizzo scolastico per la futura professione, i professori d’allora, dissero a mia madre: “Signora, il ragazzo è predisposto al disegno, pertanto noi consigliamo il liceo artistico o, in alternativa, una scuola professionale ad indirizzo tecnico dove possa esprimere le sue peculiarità.” Ebbene scelsi quest’ultima, inconsapevole del fatto che, il disegno tecnico avrebbe poi caratterizzato tutto il mio percorso professionale. Scelta dettata anche e soprattutto dalle necessità materiali di imparare un mestiere che mi permettesse poi di guadagnarmi la pagnotta. Rimaneva però, nascosto nel profondo del mio essere, la necessità di esprimermi artisticamente, senza i rigidi parametri dettati dalla progettazione tecnica. Il merito di aver portato a galla questo inconscio è di Nicla Ferrari. E’ infatti seguendo i suoi corsi di pittura che, solo da poco tempo, è esplosa la passione per questa disciplina artistica, sempre tenuta nascosta o repressa, quasi fosse una vergogna. Parlo volutamente di disciplina perché, l’impostazione, sedimentata in anni di disegno tecnico, condiziona, al momento, il mio modo di dipingere e concepire l’arte in genere. Sono infatti convinto che, i concetti, le proprie sensazioni o emozioni, insomma, tutto quello che si vuole esprimere attraverso un quadro, debba anche essere piacevole da vedere e osservare. Questo presuppone la padronanza delle tecniche di base, al di là delle predisposizioni naturali. Concetto questo già ampiamente dibattuto, soprattutto nelle antiche botteghe dei grandi maestri del passato. E’ a loro che rivolgo principalmente la mia attenzione durante questo mio iniziale processo di apprendimento, copiando i loro capolavori, nella speranza di carpirne i segreti e recuperare il tempo perduto . Lo stile attuale al quale attualmente è rivolta la mia attenzione è il realismo, gradino dal quale spero poi di raggiungere l’iperrealismo, in tutte le sue forme espressive. Questa ricerca del reale tuttavia, non vuole essere fine a se stessa, una fotografia sarebbe in grado di fare molto meglio, ma dare supporto e sostanza alla rappresentazione, cercando di sensibilizzare anche i non addetti ai lavori. Guardo pertanto i grandi maestri dell’iperrealismo quali Ventrone, Muscio, ecc. ammirandone la maestria tecnica, rimanendo tuttavia ancorato al classicismo virtuoso della pittura ottocentesca, rivista in chiave moderna. Sono consapevole delle grandi difficoltà che questo comporta ma, come diceva un tale: “se non sono matti non li vogliamo” quindi ……